Nel cortile di una nobile masseria le aspirazioni dei più giovani s’intrecciano con il declino di un antico paternalismo. Mikaj, Valeria, Arnaldo, sono i misconosciuti eroi di una gioventù controcorrente, continuamente ricacciati indietro nella precoce ricerca di un’identità che li affranchi da un passato scomodo o doloroso. Il dissidio fra ideali e concretezza è la morsa che avvicina più di qualsiasi diversità, la linfa dell’affinità trascendente fra un giovane artista, esule per scelta, e l’obbligata e schiva erede dell’antico latifondo. Una vicenda realistica e imprevedibile, sullo sfondo di stagioni e paesaggi in continua mutazione, un omaggio alla bellezza tradita del meridione. In un Salento passionale e ammaliante, sospeso fra richiami ancestrali e pulsioni moderne, La corte del bagolaro è la storia lirica e disperata della rinuncia e dell’abnegazione, l’ultima risorsa per scacciare i germi di un’incolpevole degenerazione.
Daniele Ninfole, architetto, è alla sua prima esperienza narrativa.
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