La lingua dei fossi

 
La lingua dei fossi
Autore: Alessandro Angeli
Collana: Nuove Lune 28
Categoria: letteratura italiana
Pagine: 88
ISBN 978-88-497-0666-6
€ 12,00


Ci sono molti punti oscuri nella morte di Domenico Tiburzi,
detto Menico o Domenichino, il leggendario brigante della
Maremma, ma nella finzione romanzesca il racconto della vita
e della morte dell’eroe popolare non illumina i molti dubbi su
come realmente si svolse il conflitto finale tra le forze dell’ordine
e il bandito. Si sa per certo che il cervello del Tiburzi era così
spappolato che inutilmente approdò sul tavolo autoptico del
Lombroso. Neppure Luciano Fioravanti, il giov ane luogotenente
del Tiburzi, cui l’autore del romanzo affida la funzione di
narratore-testimone, e che assistette alla morte di Menico, ci
dice con esattezza come andarono le cose in quell’Ok Corral
della casa colonica “Le Forane” nei pressi di Capalbio.
Domenichino era un delinquente per la sbirraglia, un eroe per
il popolo della fame. Dai grandi proprietari pretendeva la
“tassa del brigantaggio” e in cambio garantiva protezione.
Egli distingueva bene la legge dalla giustizia e in quell’epoca
la legge la facevano i Savoia.
La lingua dei fossi (miseria e orgoglio di un fuorilegge) è la
storia in forma di ballata di questo Robin Hood della Maremma
che fino alla morte combatté un’ininterrotta battaglia contro
tutte le ingiustizie.

Alessandro Angeli, nato a Roma nel
1972, vive da sempre a Grosseto. Nel
2008 ha pubblicato Maginot (Edizioni
Controluce).

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