Dimenticare. L'oblio come pratica culturale

 
Dimenticare. L'oblio come pratica culturale
Autore: Eugenio Imbriani
Collana: Verbamundi 55
Categoria: saggistica / antropologia
Pagine: 132
ISBN 88-497-0251-5
€ 13,00


Gli uomini non possono impedirsi di dimenticare e anche i più ordinati sono in grado di fornire un rigoroso ordine narrativo alle loro esistenze solo a patto di escluderne la maggior parte; il ricordo non consiste semplicemente in un ritorno dell’accaduto, è una ricostruzione parziale e non scontata degli avvenimenti passati.

Il proposito di questo libro non è di presentare il dimenticare come un difetto, un limite, come un mostro da cui guardarsi, quanto, piuttosto, di sottolineare le opportunità che esso offre in molte circostanze di trovare soluzioni in situazioni fortemente destabilizzate: per esempio, quale mezzo di pacificazione di parti offese, indispensabile per la convivenza civile; l’oblio svolge una funzione fondamentale in numerose forme di culto e rituali che perseguono un indebolimento della personalità, attraverso la sofferenza, la penitenza, la possessione, l’umiliazione, il lutto, come negazione oppure preludio di una riacquisizione della socialità. Non è del tutto vero, allora, che non esistano tecniche che inducano a dimenticare, solo non valgono per sempre e per tutti, essendo artifici culturali che acquistano e perdono senso nelle trasformazioni dei contesti in cui agiscono. Soprattutto, varrebbe la pena provare, strategicamente, o almeno ogni tanto, a dimenticare quel che supponiamo di essere, a sospendere il giudizio celebrativo del «noi» solido e perfetto e rivolgere ai nostri comportamenti e credenze lo sguardo e le parole che abitualmente rivolgiamo agli altri.

 

Eugenio Imbriani è docente di Antropologia culturale nell’Università degli Studi di Lecce. Autore di numerosi saggi, ha affrontato temi relativi al folklore, alla cultura materiale, alla scrittura etnografica.

Per i tipi Besa ha pubblicato La scrittura infinita. L’antropologia tra racconto e oblio (2004).