Siamo nella Bucarest della metà degli anni Ottanta, in uno dei periodi più bui e drammatici della Romania. La capitale è devastata dalle demolizioni ordinate da Ceausescu per far posto a una nuova faraonica sede del Potere centrale. Da un giorno all’altro, palazzi, chiese, case private vengono abbattuti, intere famiglie sono sgomberate con la forza e si ritrovano per strada. In questa atmosfera si snodano le vicende parallele di due anti-eroi: il saggio ubriacone Sandu Tariverde, ex professore e letterato, caduto in disgrazia per ragioni politiche e costretto a vivere da vagabondo nelle case in via di demolizione, e Tofana, giovane donna alla ricerca disperata di un visto per l’emigrazione, ossessionata dall’idea della fuga, che tenta di trovare una via di salvezza nelle pratiche sapienziali e di meditazione delle filosofie orientali. Scritto con mano sicura, in uno stile asciutto e oggettivo, che non concede nulla alla retorica, il libro si legge con il fiato sospeso
Vasile Andru è fra i più validi prosatori romeni degli ultimi decenni, autore di una ventina di volumi tra romanzi, racconti brevi, saggistica e critica letteraria. Nel corso degli anni Ottanta ha preso parte da protagonista alla grande corrente di rinnovamento della letteratura romena, proponendo una prosa limpida
|