Tarantismo. Transe possessione musica

 
Tarantismo. Transe possessione musica
Autore: AA. VV. (a cura di Gino L. Di Mitri)
Collana: Entropie 55
Categoria: Saggistica/antropologia
Pagine: 160
ISBN:978-88-497-0962-9
Data di pubblicazione: marzo 2016
€ 16,00


Un animale simbolico e non zoologicamente identificabile con alcuna specie di aracnide – come ha chiarito nel 1959 l’etnologo Ernesto De Martino – sovrintende la misteriosa fascinazione legata al fenomeno culturale e religioso conosciuto come tarantismo. Gli etnomusicologi Domenico Staiti, Brenno Boccadoro, Gilibert Rouget, Luisa Cosi e Giorgio di Lecce ne esplorano l’universo in questo saggio dedicato al carattere musicologico dei processi di guarigione divenuti celebri. Un testo imperdibile che indaga il contrappunto fra antichità greca, tradizione colta rinascimentale-barocca, sincretismo catartico-religioso. La terapia musicale adoperata da secoli come rimedio contro il celebre morso del ragno si rivela, attraverso questo studio a cinque voci, un retaggio di grande dignità culturale, artistica e spirituale.

 

Domenico Staiti, docente di storia degli strumenti musicali all'Università di Bologna, attraverso la rilettura della pittura vascolare apula di età classica, investiga i possibili antecedenti del tarantismo nei rituali misterici di Dioniso.

Brenno Boccadoro, docente di musicologia all'Università di Ginevra, ripercorre il cammino della civiltà letteraria europea dall'antichità classica all'età dei lumi, alla ricerca dei temi più affascinanti che accomunano il tarantismo agli altri modi usati dall'uomo per applicare il potere psichico della musica alla ricomposizione delle passioni e alla riconquista dell'harmonia perduta.

Gilbert Rouget, già direttore della sezione musicale del prestigioso Musée de l'Homme di Parigi e autore della fondamentale monografia La musique et la transe, riesamina, non senza spunti critici, la teoria dell'esorcismo coreutico-musicale formulata a suo tempo da Diego Carpitella.        

Luisa Cosi, docente di storia della musica al Conservatorio "Tito Schipa" di Lecce, identifica i numerosi punti di connessione ritmico-melodico-armonica esistenti fra le tarantelle seicentesche e alcune forme della tradizione popolareggiante del tardo Rinascimento e del Barocco.

Giorgio Di Lecce, storico della danza, antropologo e ricercatore, è stato una figura di rilievo della riproposta musicale e della ricerca scientifica nel Salento. Ha dedicato la sua vita allo studio e alla sperimentazione sulla danza presso diversi atenei italiani e stranieri, interessandosi in particolar modo della musica popolare salentina e delle ultime testimonianze della pizzica-taranta, sulle quali ha prodotto numerosi saggi. I suoi studi hanno offerto un sostanziale contributo alla conoscenza della "danzimania" medievale, delle manifestazioni coreutiche associate al tarantismo e delle danze nel Salento.

 

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