Poesie scelte

 
Poesie scelte
Autore: Jozef Radi
Collana: Orsamaggiore 26
Categoria: Letteratura albanese/poesie
Pagine: 168
ISBN: 978-88-497-1104-2
Data di pubblicazione: aprile 2017
€ 17,00


Jozef Radi rappresenta i poeti albanesi della sua generazione che sono nati e cresciuti nei gulag comunisti, luoghi di terrore e di morte. Una generazione sconvolta dalla follia umana sin dal grembo materno, prima ancora di nascere, senza avere nessuna colpa. «La mia infanzia cammina nella notte, / non ci sono strade, né sentieri di luce, // La mia infanzia si rispecchia / nei giorni uccisi». Così ricorderà il giovane autore la sua adolescenza trascorsa nel Campo di Internamento di Savër, dove ha scritto i primi versi. A Savër, Jozef ha trascorso anche la gioventù lavorando come operaio quasi due decenni nella pianura melmosa di Tërbuf: «Pianura immensa, / piena di catapecchie / e di appelli sino al dolore». I versi di Jozef sono carichi di dolore, rabbia e denuncia: «Nessuno conosce la mia verità», grida il poeta. Ma nessuna risposta al suo grido, che durò «mezzo secolo di terrore e di fango». In questa antologia, che comprende testi scelti dalle sue raccolte, non potevano mancare i versi teneri e struggenti che cantano all’amore proibito, al senso dell’esistenza e ai sogni spezzati di una generazione cresciuta nei recinti di filo spinato.

 

 

Jozef Radi nasce nel 1957. Dal ’63 al ’71 ha vissuto insieme ai suoi genitori nei campi di internamento di Radostinë, Gradishtë e Savër. Il fatto di essere figlio di Lazër Radi, considerato un oppositore del regime di Enver Hoxha e nemico del popolo, gli costerà l’espulsione per due volte dal ginnasio della città di Lushnjë e il divieto di iscriversi all’università (ma poi nel ’94 conseguirà la laurea in Giurisprudenza all’Università di Tirana). Dopo essersi visto negare la pubblicazione della sua prima raccolta poetica, nell’89, insieme al padre, traduce clandestinamente l’opera proibita Stalini, Moxarti dhe Maria Judina, di Bërkoviç. Pubblica i primi testi sulla rivista “Katundi Ynë” e nel ’93 fonda il trimestrale “Arbëria”.
Dal ’93 al ’97 lavora presso la Presidenza della Repubblica a Tirana, salvo poi lasciare il paese per trasferirsi in Italia, ad Ancona, quando gli scontri tra le forze governative e la popolazione albanese sembrano far svanire definitivamente il sogno di una svolta democratica per la sua patria.

Fra le opere di cui è autore figurano le raccolte Muret e muzgut (scritta a quattro mani con il padre Lazër), Kujtesa e mjegullës e Fletorja e vjeshtës. Dal 2004-2005 dirige una rubrica per “Ars”, mensile culturale albanese di Tirana. Inoltre, è autore di saggi e ha tradotto le opere di vari poeti, fra i quali Baudelaire, Ungaretti, Prévert, Wilde, Montale, Pessoa, De Moraes, Hikmet e Raboni.

 







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