Ufficio di tenebre e altri racconti |
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Autore: Alejo Carpentier Collana: Lune Nuove 35 Categoria: letteratura straniera / letteratura latinoamericana Pagine: 180 ISBN 88-497-0112-8 € 14,00 |
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Ben prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1980, Alejo Carpentier doveva aver capito che la letteratura latino-americana era divenuta il più sostanzioso affare presentatosi alla stanca editoria europea del dopoguerra. Si trattava di un successo al quale lui stesso fra i primi aveva contribuito e dunque non poteva non gratificarlo. Ma quest'affermazione trasformava in manierismi e luoghi comuni l'autenticità intellettuale di prosatori esuli e perseguitati. La loro scrittura diventava chincaglieria per soddisfare il gusto esotico dell'europeo: "armatosi di una scimmia e di un pappagallo per aiutarsi a vendere le cianfrusaglie da fiera, gli dimostrò che imbonendo novità delle Indie si guadagnava abbastanza", scrive nel piccolo dramma satiresco che è "Il cammino di Santiago", il più completo forse dei racconti qui presentati. Senza perdere la carica ribelle, perché realistica e grottesca, della letteratura cui sa di appartenere, Carpentier se ne serve per smentire con autoironia le aspettative stilistiche di una moda culturale consolidata. Se i racconti qui riuniti possono apparire incongrui, talora iperbolici e intricati, è perché l'autore vuole mettere in gioco, attraverso se stesso, una mitologia letteraria inventata da altri. La bizzarria fantastica o linguistica non è cercata per il gusto di stupire ma per esprimere le stranezze della Storia: il "governo comunista di destra", ad esempio, designa con una contraddizione lapidaria una realtà drammaticamente coerente. Le più felici soluzioni, il più audace sperimentalismo, Carpentier lo raggiunge quando fa i conti con la grana terrigna del Passato. Come muschio che cresce tra le pietre, la sua fantasia ricopre e consolida gli eventi, fornendone un senso quasi suggerito, mai perentorio. Alejo Carpentier (L'Avana 1904 - Parigi 1980), riconosciuto come il principale romanziere cubano del '900, visse tra le atmosfere magiche dei costumi e della musica del suo popolo e la temperie culturale della Parigi surrealista: ne derivò l'attenzione al folclore e alle leggende tradizionali, sempre però in una modernissima cornice di sperimentazione e di ricerca formale. Sintetizzò questa duplice natura del suo stile nel concetto di real maravilloso, in cui la fantasia non contraddice o cela la realtà ma permette di rappresentarla meglio di un dichiarato realismo ideologico. Carpentier illustrò la ricerca di identità delle popolazioni centro-americane, in conflitto con la cultura europea colonizzatrice, in opere quali Il regno di questo mondo (1949) e I passi perduti (1953) ed esplorò il contrasto tra l'esigenza razionalistica europea e le tendenze magiche della sua terra in Il secolo dei lumi (1962). Altre sue opere tradotte in italiano sono Concerto barocco, L'arpa e l'ombra, Avana amore mio. |
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